Attrazioni

Calcinaia | Chiesa di San Giovanni Battista

La pieve dei Santi Giovanni Battista e Pietro apostolo di Calcinaia, attestata già nell’anno 883, era la chiesa battesimale dei villaggi della zona, tra cui Pontedera e Bientina. Dell’antica chiesa che sorgeva a sud ovest dell’attuale piazza Indipendenza non rimane alcuna traccia visibile poiché a metà Cinquecento gran parte della struttura venne inghiottita dalle acque esondate dal nuovo corso del fiume Arno.

L’interno

©Marco Taliani

La chiesa attuale, ricostruita nel 1790 su progetto dell’ingegner Giovanni Andreini, ha una navata unica e tre cappelle absidali. Una di queste custodisce le reliquie della patrona santa Ubaldesca Taccini, molto venerata dalla popolazione, tanto che a lei è dedicato il mese di maggio con feste religiose (processione e messe) e popolari (Sagra della Nozza e regata storica).

Di notevole interesse il coro ligneo settecentesco e una pala raffigurante la Madonna in trono con santi (1599) proveniente dalla vicina chiesa di San Michele, che dopo la distruzione dell’antica pieve aveva svolto le funzioni di parrocchia fino al 1789.

Nella cappella laterale sinistra ci sono due angeli reggitorcia in terracotta della scuola di Andrea Della Robbia, e la tomba di Lodovico Coccapani (1849-1931), al quale è intitolato il Museo della Ceramica.  

Sull’altare della navata destra è conservata la venerata immagine della Madonna del Rifugio nonché una pala d’altare del Seicento raffigurante San Francesco d’Assisi, attribuita alla scuola di Domenico Cigoli.


Chi era Santa Ubaldesca Taccini

(Calcinaia 1136 – Pisa, 28 maggio 1206)

Nata a Calcinaia da genitori di umile condizione, Ubaldesca fin da giovane era solerte nella pratica della preghiera, accompagnata spesso dal digiuno e dalla carità verso i poveri. Entrò nell’ordine gerosolimitano di San Giovanni (istituito pochi anni prima nel 1099 a Gerusalemme) e a 15 anni lasciò Calcinaia per Pisa, fermandosi nella Chiesa del Santo Sepolcro (costruita nel XII secolo dall’architetto Diotisalvi).

Per tutta la vita Ubaldesca praticò nel monastero e nello “Spedale” l’umiltà e la carità, mortificando il corpo con digiuni intensi e prolungati. La santa pisana operò miracoli già in vita e, dopo la morte avvenuta il 28 maggio 1206 festa della Santissima Trinità, si moltiplicarono le guarigioni legate al suo nome.

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