Attrazioni

Capannoli | Telefono del Vento

C’è un filo che unisce il Giappone a Capannoli, grazioso borgo nel cuore delle Terre di Pisa. Anzi, no: nessun filo, solo un telefono. Il Telefono del vento.

Il Telefono del vento in Giappone

Otsuchi, costa nord-est del Giappone.

Il Telefono del Vento a Capannoli

È il dicembre 2010 quando Itaru Sasaki, che di professione progetta giardini, perde il cugino al termine di una di quelle terribili malattie che non lasciano scampo. Il dolore immenso, il senso di vuoto che dà le vertigini. Vale per Sasaki come per tutti, in qualsiasi tempo e luogo. Quante cose rimaste in sospeso, quanti progetti che non si potranno più realizzare, quante parole non dette.

A differenza di tanti altri però Sasaki riesce nella rara impresa di trasformare il dolore in poesia: installa nel proprio giardino una vecchia cabina telefonica in legno bianco e pannelli di vetro; al suo interno, su una mensola, un telefono nero. Scollegato da tutto.

“Poiché i miei pensieri non potevano essere trasmessi su una normale linea telefonica” dirà Sasaki in un’intervista a Bloomberg News, “Volli che fossero portati dal vento”.

Nasce così il Telefono del vento, dalla necessità di mantenere il contatto con i cari che non ci sono più. Nessuna connotazione religiosa specifica, solo il bisogno, umano, di continuare a parlare alle persone che abbiamo amato ma che ci hanno lasciato troppo presto.

L’11 marzo 2011, a poco più di un anno dalla nascita del Telefono del vento, il Giappone viene sconvolto da un terremoto di magnitudo 9.0, a cui segue uno tsunami che causa in tutto il Paese oltre 15.000 vittime. 1.200 di queste solo a Otsuchi, circa il 10% della popolazione locale.

Da quel giorno, Sasaki decide di aprire al pubblico il Telefono del vento e permettere a tutti quanti hanno perso un caro nella tragedia di continuare a comunicare. I visitatori nel suo giardino sono ad oggi oltre 30.000.

Sul Telefono del vento sono stati scritti libri, realizzati documentari, cortometraggi. E sono sorti Telefoni del vento nelle più disparate parti del mondo.


Il Telefono del vento a Capannoli

Dal parcheggio del cimitero di Santo Pietro sono pochi minuti a piedi. Una piccola salita ed eccolo lì: il Telefono del vento di Capannoli. Bianco, come quello di Otsuchi; i vetri, invece, più ampi per permettere al visitatore di godere appieno del paesaggio di Santo Pietro, Capannoli e tutta la Valdera.

“Ho scoperto questa iniziativa nata in Giappone e ne sono rimasto affascinato” ha dichiarato a La Nazione Marco Vanni, fotografo e mente dietro il Telefono del vento nelle Terre di Pisa, “Si possono affidare le proprie parole al vento, certi che qualcuno in qualche parte del mondo possa riceverle”.

Per l’inaugurazione è stata scelta una data non casuale: il 21 dicembre 2023, il giorno del solstizio d’inverno, il giorno in cui la luce ha la meglio sulle tenebre e le giornate tornano ad allungarsi. Come se non bastasse, nel Telefono del vento di Capannoli si entra da est verso ovest, si entra con l’alba e con il sole che illumina un giorno nuovo. Reale e metaforico.

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