Il documento più antico riferibile alla frazione di Legoli è un contratto di vendita del 1139 nel quale il conte Ranieri di Travale dei Pannocchieschi, figlio del più noto conte Ugolino, e la contessa Sibilla sua moglie, vendettero una loro grande proprietà tra i cui confini figurava il Castello di Legoli.
Tra la Chiesa e il panorama
Il complesso medievale concentrato in Via del Castello e Via di Mezzo evidenzia la presenza di una casa torre e della Chiesa dei SS Giusto e Bartolomeo, gravemente danneggiata dall’ultima guerra e ricostruita sull’impianto originale insieme al campanile.
Il terrazzamento della chiesa offre un panorama unico sulla Valdera: una campagna florida, modellata dal passaggio del fiume Era, fatta di boschi, campi di frumento, vigneti e oliveti. Da qui lo sguardo si spinge fino a Peccioli e, nelle giornate più limpide, fino alle Apuane.
L’Oratorio di Santa Caterina e il tabernacolo di Benozzo Gozzoli
Appena fuori Legoli si trova invece l’Oratorio di Santa Caterina, costruito nel 1822 come cappella funebre da una famiglia locale per ospitare il tabernacolo campestre di Benozzo Gozzoli, iniziato dall’artista nel 1478 dopo essere fuggito fino qui da Pisa, dove stava lavorando al Camposanto Monumentale, a causa di una epidemia di peste. L’opera consiste in un grande pilastro in muratura, a forma rettangolare, affondato in quattro nicchie e interamente affrescato.
Negli affreschi emergono chiari i temi di morte e sofferenza provocati dall’epidemia, soprattutto nella rappresentazione della Crocifissione di Cristo con la Vergine e i santi Francesco, Domenico, Giovanni Evangelista. Intense anche le scene del Martirio di San Sebastiano e della Incredulità di San Tommaso, dove l’apostolo tocca la piaga nel costato di Gesù. Gli altri affreschi raffigurano l’Annunciazione, gli Evangelisti, i Padri della Chiesa con al centro il Cristo benedicente, e una Sacra Conversazione con tre angeli reggi cortina e un Cristo portacroce sullo sfondo di una città medievale.
Il Triangolo Verde
Dal 1997, Legoli deve la propria notorietà per essere riuscita a trasformare in un efficiente processo industriale la gestione dell’impianto di trattamento e smaltimento rifiuti della Belvedere SpA. All’interno dell’impianto, chiamato Triangolo Verde, sono presenti un anfiteatro e alcune opere di grandi artisti contemporanei come Tremlett, Staino e Naturaliter che hanno fatto della discarica un cantiere d’arte.
L’Arte Contemporanea
Legoli è anche centro di installazioni di arte contemporanea: qui nel 2006 l’artista Vittorio Messina ha realizzato “Quattro uomini muti“: quattro sagome di uomini alte e imponenti, costruite in mattoni di tufo (solo muro e linee di contorno). Ciascun uomo porta sulla testa una sorta di cavalletto per pittori di ferro. Il richiamo è a un racconto di Plinio il Vecchio. La figlia di un vasaio era innamorata di un giovane ateniese, che venne chiamato alle armi. Al momento dell’addio, la giovane si accorse che il sole proiettava l’ombra del suo amato su un muro. Lei subito la ricalcò per avere un ricordo e da questo presero origine sia la pittura che la scultura.
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Da sapere:
Il passato medievale di Legoli – vissuto a periodi alterni sotto la protezione di Volterra, della Repubblica Pisana e dei Guelfi – è identificabile nella casa torre, nei resti del castello e nel meraviglioso Tabernacolo di Benozzo Gozzoli che qui visse nel 1479.