L’Eremo di Rupecava (San Giuliano Terme) è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi e mistici del Monte Pisano.
Tra devozione e mistero


Dapprima dimora solitaria di Guglielmo di Malavalle e quindi consacrato a eremo già nel 1214, il complesso monastico sorge su un antico sito pagano e si articola intorno a una serie di grotte naturali a cui, nel corso dei secoli, si sono aggiunti una chiesa e due costruzioni monastiche.
Se all’interno della chiesa era custodita una statua lignea della Vergine con bambino attribuita ad Andrea Pisano (oggi conservata dopo il restauro nella Pieve di Ripafratta) è la grotta maggiore che si colora tutt’oggi di leggenda: conosciuta non a caso come Grotta della Goccia, pare che l’acqua che cola dalla roccia calcarea fin sopra il piccolo tabernacolo abbia addirittura poteri curativi.
Da sapere:
Disabitato dalla metà dell’Ottocento, l’Eremo è raggiungibile sia in auto, che a piedi o in bicicletta, ma non è accessibile.
A piedi, o in bici, è consigliabile partire da Ripafratta, seguendo il sentiero 00.
“D’insolito fragore/ scossa tremò la terra/ gravida in sé sotterra/ schiudendo i suoi vapor./ Lode a Maria che volse/ in allegrezza il pianto/ e sotto al suo bel manto/ ci accolse e ci salvò”.
Recita così una laude anonima che i fedeli di Riprafatta dedicarono alla Madonna dell’Eremo di Rupecava dopo il terribile terremoto del 1846. Nessuno, infatti, tra gli abitanti della zona perse la vita e la devozione popolare attribuì la grazia proprio alla patrona di Santa Maria Ad Martyres.