San Miniato si trova su un colle, tra Pisa e Firenze. È un importante centro economico e industriale del Distretto del cuoio, ma anche città d’arte, città slow food e luogo di eccellenza del tartufo bianco.
Città di vescovi e imperatori
Sotto Federico II, San Miniato assunse un ruolo di primo piano divenendo sede del vicario imperiale in Toscana, tanto che nel Medioevo si chiamava “San Miniato al Tedesco”. Nel 1622 divenne sede vescovile staccandosi dalla diocesi di Lucca e costruendo un proprio seminario poco distante dal Duomo, nell’area allora popolata di case e botteghe addossate alle mura.
Dopo Federico II anche Napoleone è stato a San Miniato: prima per avere l’attestato di nobiltà della propria famiglia, necessario per accedere all’accademia militare francese, poi durante la campagna d’Italia per visitare lo zio Filippo Bonaparte. Gli eventi della Seconda Guerra Mondiale hanno lasciato il segno in città provocando la distruzione di parte delle costruzioni medievali (tra cui la Rocca di Federico, poi ricostruita); particolarmente doloroso l’episodio della strage nazista in Duomo, da cui hanno preso spunto i fratelli Taviani per il film “La notte di San Lorenzo”.
Il tartufo bianco

San Miniato offre tutto l’anno un’intensa attività culturale: dai festival di teatro ai concerti di musica classica. Tuttavia il clou degli eventi è la tradizionale Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco che si svolge nelle principali vie e piazze del centro storico il secondo, terzo e quarto fine settimana di novembre.
La mostra mercato è preceduta da altre feste legate al prezioso tubero nei paesi vicini: si inizia nel mese di marzo a Cigoli (dove è nato il pittore Ludovico Cardi detto “Il Cigoli”) col tartufo marzuolo e si prosegue con Balconevisi (in ottobre vi si svolge un curioso palio dei paperi) e Corazzano. In questo borgo si trova una pieve del sec. XII e il Teatrino di Quaranthana, sede del Centro Fotografia dello Spettacolo, il Centro Cinema Paolo e Vittorio Taviani e il Centro Internazionale di Scrittura Drammaturgica.
San Miniato è anche uno dei comuni del comprensorio del cuoio, con le industrie localizzate prevalentemente nella frazione di Ponte a Egola.
Nelle campagne si coltiva inoltre la varietà di tabacco Kentucky usato per la produzione del sigaro toscano.
Oltre il tartufo: pomodori, carciofi, olive…
L’attività agricola è concentrata nella parte a sud del territorio: il pomodoro grinzoso, il carciofo, il mallegato, l’oliva mignola sono solo alcuni dei prodotti tipici che hanno contribuito a fare di San Miniato la città del gusto e dello “slow food”. Non a caso, è nato qui il “mercatale”, il mercato delle produzioni agricole e artigianali del progetto “Filiera corta” per favorire il consumo in zona delle produzioni locali, riducendo l’impatto ambientale dei trasporti e migliorare il consumo stagionale dei prodotti.
INFO UTILI:
DA PROVARE:
Il tartufo, così come il vino, si può gustare tutto l’anno: in primavera il tartufo marzuolo, in estate lo scorzone. Il periodo migliore è quello del tartufo bianco da ottobre a dicembre. Scoprite l’itinerario.
DA SAPERE:
Il nucleo originario di San Miniato risale al secolo VIII, quando un gruppo di longobardi edificò una chiesa dedicata al martire Miniato presso il borgo di San Genesio (di cui oggi resta un’area archeologica), lungo la Via Francigena, che allora costituiva una delle più importanti vie di comunicazione. Scavi recenti hanno portato alla luce numerose strutture altomedievali e i resti dell’antica pieve.
Il Sistema Museale di San Miniato è attivo dal 2000 e collega in un solo percorso edifici civili e religiosi di proprietà del Comune, della Diocesi e delle Fondazioni.