Cosa vedere
Anello Centro Storico – Villa Mori
Partenza: Area Archeologica “La Rocca”
Lunghezza: 3,253 km
Durata: 1,5 h
Difficoltà: Medio-Bassa
Il percorso inizia dall’Area Archeologica “La Rocca”, insediamento primitivo del castello attestato già dal 906, per poi toccare il Museo “Casa Carducci”, con le opere del Maestro Antonio Possenti dedicate al Premio Nobel Giosuè Carducci, il quale qui soggiornò insieme alla famiglia dal 1856 al 1858.
Lasciato il centro storico da Via San Michele, il percorso urbano prevede, oltre alle particolarità botaniche del giardino di Villa Mori (faggio monumentale, ninfee bianche, tasso e numerosi cedri di notevoli dimensioni), la presenza di numerose fioriture primaverili (Crocus, varie specie di Anemone, Viola) e autunnali.
Il recente passaggio del fuoco nelle aree circostanti rende particolarmente interessante lo studio dello sviluppo delle cenosi post-incendio.
Partenza: Centro storico di Santa Maria a Monte
Lunghezza: 5,131 km
Durata: 1,5 h
Difficoltà: Medio-Bassa
Si esce dal centro storico di Santa Maria a Monte percorrendo Via Grazie, e proseguendo su Via Querce. All’altezza dell’incrocio fra Via Crinale e Via Melone, deviare sulla sinistra scendendo per Via Prataccio. Una strada sterrata in discesa di circa 300 metri ricollega con Via Lungomonte, al termine della quale occorre imboccare Via Costa, sulla sinistra. Caratterizzata da una ripida salita, alla fine ci ritroviamo nel centro storico di Santa Maria a Monte.
Partenza: Via Lungomonte – Santa Maria a Monte
Lunghezza: 4,933 km
Durata: 1 h
Difficoltà: Bassa
Da Via Lungomonte, si percorre in salita Via Pozzo, contraddistinta da un breve tratto iniziale asfaltato e circa 800 metri sterrati. Si raggiunge oltrepassandola la Fortezza di Pozzo, di origine altomedievale.
Il primo documento in cui si fa menzione di una località identificabile con Pozzo è dell’844. In questo documento si fa riferimento ad una località detta Oratorio “prope Puteo”, ossia presso Pozzo, forse identificabile con la stessa chiesa di Pozzo, dedicata a San Pietro in Vinculis. Alla metà dell’XI secolo le sorti della fortezza risultano legate ad un’importante famiglia lucchese, quella dei Rolandinghi, per poi passare nelle mani della famiglia dei Cadolingi, grandi proprietari del Medio Valdarno Inferiore. Nel corso del Trecento passò all’ospedale di Altopascio, che vi pose la sede amministrativa dei beni posseduti nel Valdarno. Dopo un periodo di decadenza, dovuto anche al coinvolgimento del castello nelle vicende belliche tra Lucca e Firenze, dal XV secolo è attestata a Pozzo la presenza della famiglia fiorentina degli Albizzi, in qualità di proprietaria del complesso. È con l’arrivo degli Albizzi che la fortezza assume la connotazione di villa-fattoria, organizzata intorno alla residenza padronale, agli annessi e alle strutture di servizio, alla chiesa di San Pietro, ricostruita ed usata come cappella gentilizia.
Oltrepassata la località Pozzo, la strada ci collega all’asfaltata Via Bindone, che occorre imboccare per un centinaio di metri fino all’incrocio con Via Tonsana, sulla destra. Percorsa Via Tonsana per circa 200 metri, occorre deviare sulla destra usufruendo di una strada in discesa che ricollega con Via Lungomonte e che ci riporta al punto di partenza.
Da notare, sulla sinistra, la Cappella di San Lorenzo a Lignano, edificio ricostruito nel Quattrocento e testimone del centro altomedievale noto come vicus Leonianus in due documenti risalenti alla fine dell’VIII e ai primi del IX secolo.
Partenza: Via Tonsana – Santa Maria a Monte
Lunghezza: 2,335 km
Durata: 30 min.
Difficoltà: Bassa
Il punto di partenza è da via Tonsana. Prima della strada che ricollega con Via Lungomonte, sulla sinistra si trova il sentiero che conduce nel bosco alla Farnia Monumentale di Tonsana. Si tratta dell’albero più grande delle Cerbaie, dalla circonferenza di 5 metri, un diametro di 1,6 metri e un’altezza calcolata di quasi 45 metri. L’età stimata va dai 220 ai 250 anni, con un tasso medio annuo di crescita complessiva del fusto di 0,7 cm.
Dal retro della grande Farnia, il percorso lambisce e segue il Rio delle Tre Fontine, lungo il quale sono presenti innumerevoli farnie di notevoli dimensioni. Si arriva ad un ampio spiazzo ad anfiteatro, dal quale è possibile imboccare il sentiero a sinistra che ricollega alla strada forestale. Da qui si può facilmente riconquistare il punto di partenza.
Partenza: Cerretti – Santa Maria a Monte
Lunghezza: 1,847 km
Durata: 20 min.
Difficoltà: Bassa
L’inizio dell’anello è dalla Chiesa Parrocchiale di Cerretti, località del Comune di Santa Maria a Monte. Quasi totalmente sterrato, a destra dei locali di pertinenza della Chiesa, è possibile percorrere un sentiero che ci introduce nei boschi delle Cerbaie. Percorso per circa 200 metri, la strada ci conduce ad un sentiero ancora più battuto, dove si sceglie di percorrere in direzione nord. Il sentiero, ad anello, ci riporta, seguendolo in direzione ovest, verso Via Cerretti, da cui poi si ritorna al punto di partenza.
Partenza: Via Mariani – Santa Maria a Monte
Lunghezza: 3,918 km
Durata: 1 h
Difficoltà: Medio-Bassa
La partenza è nei pressi di Via Mariani, al numero civico 65. Imboccare la strada sterrata sulla sinistra fino ad un casolare abbandonato, dove occorre prendere il sentiero verso nord. Da qui si arriva sulla Via Valdinievole Nord che, imboccata verso destra, ci ricongiunge in Via Mariani al punto di partenza.
Partenza: Villa Medicea “Le Pianore” – Santa Maria a Monte
Lunghezza: 5,483 km
Durata: 1 h
Difficoltà: Medio-Bassa
Il percorso ha inizio dalla Villa Medicea, fatta costruire nel 1592 dal Granduca Ferdinando I, il quale probabilmente si avvalse del contributo in fase progettuale di Bernardo Buontalenti. L’edificio si configura come un’architettura legata all’uso rurale, confermato dal semplice disegno dei prospetti, in cui l’elemento decorativo è ridotto al minimo, dalle piccole finestre e dalle due torri colombaie adibite ad essiccatoio dei prodotti agricoli.
Il percorso prevede la comparazione tra i due ambienti tipici del territorio: il bosco di querce delle Cerbaie e il Padule di Bientina, nella sua porzione più meridionale. Interessanti emergenze floristiche (relitti glaciali, alberi di elevato interesse naturalistico) e faunistiche (in particolar modo gli uccelli del padule, ma anche la fauna silvana) accompagnano il percorso privo di asperità.