Itinerari

Palaia: arte tra mistero e bellezza

  • Lunghezza totale (km): 15
  • Percorribilità: a piedi, in bici, in vespa/scooter, in camper
  • Difficoltà: nessuna

Una campagna ricca di casolari e agriturismi, disseminata di vigneti che producono ottimi vini e di oliveti che regalano delicati oli extravergine di oliva. Una destinazione sicura e ideale per apprezzare la natura toscana come espressione di sane tradizioni.

Siamo a Palaia, borgo di origine medievale il cui carattere è evidente nei resti della rocca al borgo che conserva un tratto di cinta muraria a merlatura ghibellina, fino alle sue chiese romaniche, come quella di  S. Andrea, costruita su un tempio romano, oppure quella imponente della pieve romanica di San Martino.


Montefoscoli

Tempio di Minerva

Palaia è un territorio luogo sorprendente, ricco di mistero. 

A cominciare dal paese di Montefoscoli, con il suo Museo della Civiltà Contadina ricostruito nei sotterranei, fino alla Casa Museo Vaccà Berlinghieri. Una famiglia molto influente: Andrea Vaccà era infatti un luminare della medicina di fine Settecento e medico personale di Paolina Bonaparte. Al suo nome sono legate storie di massoneria ed esoterismo, di frequentazioni con artisti di livello internazionale tra cui Mary Shelley (la scrittrice del romanzo “Frankenstein”), Lord Byron e Giacomo Leopardi. Storie che si ritrovano nel misterioso Tempio di Minerva Medica, in stile neoclassico (1823) costruito dentro un bosco e lontano da occhi indiscreti.


Villa Saletta e Toiano

Il mistero prosegue nei due borghi fantasma di Villa Saletta e Toiano.

Villa Saletta ha la struttura di un castello con le case abbandonate e disposte lungo l’unica via centrale. Sul piazzale si affaccia una torre a orologio con due stemmi nobiliari dei proprietari. Qui si svolge in estate il Festival del Teatro Popolare. Il suo aspetto molto peculiare ha fatto sì che fosse scelta come location di film da registi importanti come i Fratelli Taviani e Paolo Virzì.

Toiano

Toiano è già caratteristico per come vi si accede: si trova su uno sperone di roccia circondato da calanchi che ricordano le balze di Volterra. Balzò agli onori della cronaca per il “femminicidio della bella Elvira” (al secolo Elvira Orlandini), che nel 1947, a soli 22 anni, venne trovata sgozzata nel bosco. Del delitto fu accusato il fidanzato Ugo Ancillotti, che però per mancanza di prove fu dichiarato innocente. Il caso suscitò vasta eco nell’Italia del dopoguerra e rappresenta un “cold case” non ancora risolto.

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