Itinerari

Castagne e marroni: delizie di autunno

  • Lunghezza totale (km): 80
  • Percorribilità: in auto, in camper, in vespa o moto
  • Difficoltà: nessuna

Nelle Terre di Pisa il territorio caratterizzato da pianure e dolci colline si fa in alcune zone più montuoso, raggiungendo quasi mille metri, condizione ambientale ideale per raccogliere i suoi frutti, ossia le castagne. Da mangiate lesse (ballotte), arrosto (caldarroste) oppure come farina nel castagnaccio e nelle frittelle (i toscanissimi “necci” o “ciaccini”), magari accompagnate da ricotta fresca.

Buti

L’itinerario parte ai piedi del Monte Pisano, dall’ex castello medievale di Buti, dove si trova una villa medicea. Tipiche della zona, oltre al rinomato olio extravergine di oliva, sono le castagne, grazie alla presenza dell’albero di castagno utilizzato soprattutto nell’Ottocento sia per costruire ceste, sia in forma di albero da frutto per produrre ancora oggi la farina. La tradizione di questo prodotto povero si ritrova in ottobre con la sagra, una delle più ricorrenti della Toscana, in cui assaggiare castagne, ballotte e caldarroste, castagnaccio.


Vicopisano e Calci

Certosa di Calci – ©Guglielmo Giambartolomei

Si prosegue sempre lungo la Strada dell’Olio attraversando il borgo medievale di Vicopisano, con la sua Rocca del Brunelleschi e le sue 13 torri, prima di raggiungere Calci con la splendida Certosa Monumentale e il Museo di Storia Naturale.

I calcesani coltivavano i castagni già ai tempi della Repubblica Pisana, prima che cominciassero a diffondersi i cannicci o metati, piccole case sparse sul Monte Pisano dove venivano ammassate ed essiccate le castagne.


Molina di Quosa

Si prosegue fino a Molina di Quosa, vicino a San Giuliano Terme, dove si trovano i Bagni di Pisa, in passato luogo di soggiorno dell’aristocrazia europea e dei Granduchi di Toscana, oggi SPA con piscina termale.

Le castagne dei secolari castagneti di Molina di Quosa rappresentano un fenomeno atipico, perché ci troviamo a quote pressoché pianeggianti. Non per questo hanno perso il loro piacevole gusto, che possiamo riscoprire in autunno durante la sagra paesana.


Orciatico

Dal Monte Pisano ci spostiamo di 40 km in Valdera, più precisamente a Orciatico, vicino a Lajatico (paese natale di Andrea Bocelli), dove si trovano i resti di due mulini a vento e della massiccia mole della Rocca di Pietracassia. Il tutto circondato da boschi con alberi di castagno, un tempo elemento essenziale dell’economia della popolazione.

Le castagne possono infatti essere consumate direttamente, sia bollite in acqua e sale (ballotte) che cotte in apposite padelle forate (caldarroste). Oppure possono essere utilizzate per la preparazione di dolci, marmellate e confetture. Infine, si possono anche essiccate: dalle castagne secche si ricava la farina con cui poi si prepara il castagnaccio.


Rivalto

Rivalto – ©robertonencini – adobestock.com

L’ultima tappa è a Rivalto, vicino a Chianni. Il nome può non dire nulla, ma in realtà il paese ha dato i natali a Giordano da Rivalto, un predicatore del sec. XIV, tra i primi a utilizzare gli occhiali da vista inventati dal frate pisano Alessandro Della Spina.

Il paese è famoso per il suo marrone, una castagna prodotta non in grande quantità e per questo molto rinomata, in quanto presenta caratteristiche organolettiche di alto livello nutrizionale e assoluta genuinità. In questa zona i castagneti già in epoca medievale avevano avuto un ruolo fondamentale sia economico che sociale,  dato che erano in grado di supplire alla scarsa produzione di cereali.

Ti è stato utile?