Itinerari

Alabastro: la pietra di luce

  • Lunghezza totale (km): 50
  • Percorribilità: in auto, in camper, in vespa/auto
  • Difficoltà: nessuna

La memoria della tradizione dell’alabastro, come scoprirete percorrendo questo itinerario, è conservata nelle tre sedi dell’Ecomuseo dell’alabastro dislocate tra Castellina Marittima, Santa Luce e Volterra. Visitarle significa capire come questa pietra traslucida abbia profondamente influenzato l’economia e la vita di intere comunità. Se Castellina Marittima rappresenta la fase dell’escavazione e Santa Luce quella di archivio dei documenti, Volterra è il terminale della sua lavorazione e commercializzazione.


SANTA LUCE 

Il punto museale, ospitato nell’ex palazzo municipale, è un archivio d’area che riporta la documentazione relativa alla escavazione nelle cave di alabastro. Per recuperare questa pietra si costruivano gallerie sotterranee scavate con esplosioni talvolta pericolose, ma che garantivano l’estrazione di ovuli quasi perfetti da destinare alla lavorazione. Nei dintorni, si suggerisce una visita alla vicina Riserva Naturale LIPU, luogo ideale per famiglie e amanti del birdwatching.


CASTELLINA MARITTIMA 

Castellina marittima alabastro ecomuseoIl punto museale presso l’ex Palazzo Opera “Massimino Carrai” propone un itinerario della escavazione. Nella valle del torrente Marmolaio si trova la cava del Massetto, l’unica cava ancora esistente di “Scaglione” (una delle migliori qualità di alabastro). Castellina Marittima è luogo anche di belle escursioni tra i boschi a piedi o in bicicletta, lontano dal rumore della vicina costa tirrenica.


VOLTERRA 

La sede dell’Ecomuseo dell’Alabastro è allestito nella medievale casa-torre Minucci (la stessa della Pinacoteca). E’ un particolare “museo di archeologia commerciale” che dagli Etruschi porta ai tempi nostri. All’alabastro è strettamente legato Palazzo Viti, acquistato nel 1850 dalla famiglia Viti grazie alla enorme fortuna economica del mercante di alabastro Giuseppe Viti. Il palazzo è stato anche il set del film di Luchino Visconti “Vaghe Stelle dell’Orsa” con Claudia Cardinale e Jean Sorel (1964). E anche il Museo Etrusco Guarnacci il cui nucleo è costituito da circa 600 urne funerarie etrusche, tra cui molte in alabastro perché facile da modellare e da dipingere.

Non resta che portare a casa un ricordo della “pietra di luce” dalle botteghe artigiane nel centro storico, come quelle che aderiscono alla Associazione Arte in Bottega o alla Cooperativa Artieri di Alabastro dove ancora si respira un’atmosfera che riporta al passato, mentre si assiste in diretta alla creazione di un oggetto.


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