Santa Maria in Castello è un complesso in origine fortificato che sorge su uno sperone di roccia sopra il paese di Vecchiano, dominando la Valle del Serchio e la piana di Filettole.
La prima fortificazione risale a fine XI secolo, quando Lucca iniziò a invadere la Val di Serchio. La più antica testimonianza del Castello di Vecchiano è un documento del 1092 dove il vescovo di Pisa Daiberto chiede ad alcune famiglie pisane di difendere il territorio. Grazie alla sua posizione strategica, il castello divenne a partire dal XIII secolo un importante baluardo durante le guerre tra Pisa e le città guelfe. Con l’avvento del Granducato di Toscana, la rocca perse la sua importanza militare, la proprietà del castello venne concessa ai patrizi pisani Bocca Gaetani, ai quali subentrarono gli Agostini Della Seta, oggi proprietari del castello.
Dell’intero complesso restano la piccola Chiesa di Santa Maria e dei resti della fortificazione. La Chiesa fu realizzata nel 1120 dall’unione tra una precedente piccola cappella e la torre del castello, poi abbattuta nel Seicento. L’attuale struttura risale ad un ampliamento tra il XVI e il XVII secolo. La struttura ha subito gravi danni durante il secondo conflitto mondiale (vi passava la linea Gotica) ed è stata restaurata grazie al Gruppo Archeologico Vecchianese. Santa Maria è diventata Santuario durante il Giubileo del 2000.
Purtroppo il monumento è stato preda di saccheggi e atti vandalici. L’altare maggiore è stato distrutto (quello attuale è molto recente), molte lapidi di sepolture di notabili della zona sono state danneggiate e in parte disperse. Alcune, ritrovate nella zona, sono state recuperate e sono oggi custodite all’interno della Chiesa. Tra i reperti ritrovati c’è una lapide in pietra con epigrafe seicentesca, che ricorda il patrono e rettore della chiesa di Santa Maria in Castello, Giuseppe Bocca, che ne fu alla guida dal 1569 al 1618.
All’interno della chiesa, sulla parete sinistra, sono visibili i resti di affreschi risalenti rispettivamente al Seicento, Settecento e Ottocento. La Chiesa custodiva un’immagine votiva di Maria Vergine ritenuta miracolosa (una lapide all’esterno della chiesa ricorda la liberazione dalla febbre gialla durante l’epidemia del 1804) trafugata durante la Seconda Guerra Mondiale. Alle pareti sinistra e destra si trovano due recenti dipinti raffiguranti Sant’Alessandro e Sant’Antano.
Info: Gruppo Archeologico Vecchianese
Cell. 347 5252087 / 333 6454255
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