Villa di Corliano è una delle più prestigiose ville rinascimentali della Toscana.
Dimora rinascimentale nel cuore della Toscana
Presenta una facciata decorata con graffiti del manierismo fiorentino e con affreschi al suo interno. Fa parte di un ampio complesso monumentale del XV secolo composto dalla cappella gentilizia, dalla fattoria, dal frantoio, dalle scuderie, dalla Kaffeehaus e da un grande parco con piante secolari chiuso dentro una cinta muraria. La villa è di proprietà dei nobili pisani Agostini Venerosi della Seta.
La bella Teresa, il fantasma della Villa
Si racconta che la bella Teresa, vissuta nel Settecento nella villa, sia ancora presente sotto forma di fantasma. Oltre al rumore di tacchi nella notte, qualcuno l’ avrebbe persino vista guidare una carrozza trainata da sei cavalli nelle notti di luna piena lungo i viali del parco.
Il racconto viene anche proposto teatralizzato a gruppi da City Grand Tour.
Il mistero di Frankenstein
Ospite famoso e frequente della villa era Mary Shelley, autrice del famoso romanzo gotico. Sembra che nei sotterranei della villa si facessero esperimenti di galvanismo ad opera del chirurgo Francesco Vaccà Berlinghieri, detto Francesco La Pietra (in tedesco Frankenstein), lo stesso che possedeva la tenuta di Montefoscoli con il Tempio di Minerva Medica.
Il Mistero di San Torpè
Secondo la leggenda medievale, San Torpè fu convertito alla “fons vulgo” presso il Romitorio di Corliano. Un’antica tradizione ecclesiastica identificò quest’acqua con la “fonte del latte” di Corliano e da allora si tramanda che l’acqua miracolosa facesse venire il latte alle puerpere.
San Torpè è venerato sia a Pisa (che ne conserva la testa) sia a Saint-Tropez (che ne conserva il corpo). Era decurione della guardia imperiale di Nerone e fu martirizzato il 29 aprile del 68 d.C. a Pisa per non aver abiurato alla fede cristiana nel tempio di Diana, identificata da alcuni autori nella ninfa Venilia, sposa di Nettuno, da cui dichiaravano di discendere i Venulei, i più antichi proprietari di Corliano.
Il Mito di Venilia, i Venulei di Corliano
La ninfa Venilia è la divinità delle acque sorgive, e come tale veniva venerata in prossimità delle sorgenti di acqua limpida. Nel mito, è sposa di Nettuno, divinità delle acque marine, e madre del re dei Rutuli, Turno, che nell’Eneide di Virgilio è ricordato come antagonista di Enea. Il mito di Turno fece sì che alcune famiglie etrusche sottolineassero la pre-romanità della loro gens per il legame con l’eroe: è il caso della gens Venuleia, i cui membri si dichiaravano discendenti dalla ninfa Venilia. Gli antichi facevano risalire le origini dei Rutuli, agli Etruschi. Rutulus è un nome etrusco, che vuol dire “rosso o vermiglio”, e Turno, era tradotto in greco con Tyrrenos. Ben prima che Virgilio narrasse di Enea e Turno, già erano presenti versioni più antiche del medesimo mito, inerenti l’arrivo di navi greche con prigioniere troiane nei lidi italiani, in particolare nel territorio degli Opici-Oschi (coste laziali), nel Bruzio (coste Calabresi) e nel territorio etrusco nei pressi di Pisa.
La visita guidata
La visita, condotta dal proprietario o da un suo collaboratore, dura dai 30’ ai 60′. Alla visita si può abbinare un aperitivo o apericena alla caffetteria di Corliano (351.5043133), un pranzo o una cena al ristorante di Corliano (331.5791910) oppure una esperienza di social eating con menù personalizzati, realizzati dallo chef sugli antichi ricettari della dimora e serviti alla russa o alla francese in una delle sale da pranzo della villa. Il racconto è ricco di aneddoti e leggende che solo i proprietari conoscono e si tramandano dal 1536 ad oggi.