Montecchio sorge su una collina di arenaria sulla sponda del fiume Era, immerso tra i boschi delle “Serre”. Il masso di arenaria è attraversato da gallerie forse di epoca etrusca o probabilmente medioevale che in tempo di guerra furono utilizzate come rifugi. Intorno a Montecchio sono stati ritrovati i resti dell’antico Tempio di Ortaglia, andato distrutto a causa di un incendio, esposti dal Museo Archeologico di Peccioli.
Si caratterizza per la particolare conformazione urbanistica di ex castello: se alcune abitazioni conservano lo stile architettonico dei secoli XIII e XIV, l’abside della piccola chiesa è stata ricavata da un suo torrione.
La chiesa di Santa Lucia e Pancrazio si trova nel punto più alto del paese detto “Cantinaccia”. La facciata molto semplice, intonacata, termina con un timpano ed è stata rifatta nel 1881 insieme alla ricostruzione del grande campanile.
La piccola Chiesa della Domenica delle Palme si trova nel punto più alto del paese, detto “Cantinaccia”. Prende questo nome curioso poiché qui viene celebrata messa solo in occasione di questa festività.
A Montecchio si trova anche “Rilievi“, un’opera permanente di Umberto Cavenago realizzata nel 1996.
Si tratta di una serie di elementi ottagonali in bronzo, posati sul calpestio della principale strada del paese e in precise posizioni ricavate dal rilievo effettuato da un team di geo-biologi ingaggiati dall’artista per effettuare lo studio del terreno, i tecnici avevano l’incarico di rilevare la “rete di Hartmann”: un sistema di linee che forma un reticolo a maglia quadrata con i relativi punti di incrocio, detti “nodi radianti”. Come nel Feng Shui anche la geobiolobia fornisce lo spunto per riorganizzare gli orientamenti degli oggetti all’interno del proprio spazio domestico.