La civiltà della ceramica nel territorio provinciale pisano si lega a due millenni di tradizione artigianale che, con stagioni più o meno fortunate, si è radicata in alcuni centri che hanno poi sviluppato una loro cultura, un loro stile, una loro identità espressiva.

Ceramica pisana, due millenni di tradizione artigianale
La cultura etrusca ha lasciato il segno stilistico nei vasellami in bucchero, che, nel tempo si sviluppò in anfore di diverse grandezze e concepite per utilizzi che perdureranno molti secoli come una sorta d’imprinting identificativo di varie zone della Toscana.
L’influenza della ceramica romana sarà determinante in particolare con il manufatto detto Sigillata Aretina, che esprimeva ciotole da mensa a vernice rossa, finemente decorate a rilievo, assai diffuse nell’Impero Romano.
La cultura toscana della ceramica incontra il gusto orientale
I lunghi secoli di decadenza dell’Impero romano vedranno Pisa come Repubblica Marinara far rifiorire la tradizione della ceramica. Dai commerci con l’Oriente sarà importata la tecnica della maiolica arcaica che avrà una rapida fortuna permettendo una fiorente attività.
La conquista fiorentina di Pisa fornirà nuovi stimoli e modelli, provenienti dalle affermate scuole ceramiche di Montelupo e del comprensorio fiorentino. Proprio nei primi decenni del ’400, infatti, il territorio pisano produce un’originale linea di ceramica a ingobbio graffita, manufatto che sintetizzava perfettamente la cultura toscana con il gusto orientale.
Dal XV secolo fino ad oggi l’artigianato della ceramica nel territorio ha continuato a rappresentare una fiorente economia a Pisa e in centri minori come Calcinaia con la ceramica di Montecchio, a Montopoli in Val d’Arno – con le terrecotte della manifattura Milani – e a Vicopisano. Modelli ed esemplari di ceramica sono presenti nei Musei della Ceramica Coccapani a Calcinaia e al Museo Civico Guicciradini a Montopoli in Valdarno, al Museo Nazionale di San Matteo a Pisa.
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