Nicosia, frazione del Comune di Calci vicino al paese di Rezzano, in realtà è un ex convento abbandonato.
Il Monastero e la Chiesa di S.Agostino di Nicosia
Il complesso si presenta ancora imponente, tanto che è ancora possibile vedere come erano le antiche coltivazioni dei frati che lo abitavano. Attraversando un antico ponticello in mattoni, si arriva all’entrata costituita da un grande portone che conduce al cortile interno con una splendida aranciera.
La fondazione del Monastero e la Chiesa di S.Agostino di Nicosia risale al 1264 su iniziativa di Ugo Fagiano, vescovo di Nicosia a Cipro, tornato a Pisa in età avanzata. Nell’attuale chiesa, prima delle balaustre del presbiterio, sono conservate le spoglie del suo fondatore. La leggenda narra che per la costruzione del monastero si dovette abbattere una quercia così grande che ci volevano dodici uomini per abbracciarla.
Nel 1780 il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo soppresse il monastero agostiniano, ma un anno dopo arrivarono i frati francescani che se ne sarebbero andati solamente alla metà degli anni Sessanta del Novecento. Nei pressi del monastero si possono ancora vedere dove venivano estratte dalla roccia le macine per molini e frantoi.
Il “Presepio che cresce”
La chiesa vanta uno dei presepi più conosciuti della zona, detto “Il Presepio che cresce” perché ogni anno aggiunge nuovi personaggi e nuovi ambienti. Nato nel 1999 e costruito interamente a mano, aveva all’inizio solamente tre figure che rappresentavano il significato più profondo della Natività: Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù.
Le “camelie nel chiostro”
Ad aprile dalla mattina, nella chiesa e nel lazzaretto del convento, sono allestite proiezioni di video e la tradizionale esposizione di camelie recise del territorio di Calci. Nei giorni precedenti la festa, i volontari raccolgono fiori di camelia dai giardini privati di Calci, da esporre e catalogare alla festa.
Foto in apertura: @Ligadue – Wikimedia Commons – CC BY-SA 4.0
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